Frenocomio di San Girolamo a Volterra

NOME ISTITUTO: Frenocomio di San Girolamo
REGIONE, CITTÀ: Toscana, Volterra
INDIRIZZOBorgo S. Lazzero 5, 56048
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1888: costituzione di una sezione per “dementi” all’interno del ricovero di mendicità dell’ex convento di San Girolamo;
  • 1891 – 1897: la Congregazione di Carità promuove la costruzione di un “grande manicomio” secondo due progetti, che non trovano esecuzione, redatti il primo dall’ingegnere Francesco Zanaboni di Siena e l’altro da Filippo Allegri di Volterra;
  • 1898: viene ultimata la realizzazione del nuovo complesso manicomiale su progetto di Filippo Allegri;
  • 1910 – 1916: lo sviluppo edilizio del manicomio procede con interventi di nuova costruzione, ampliamenti e ristrutturazioni affidati all’opera dei ricoverati, degli infermieri, degli operai dipendenti dall’istituto;
  • 1922 – 1934: parziale ristrutturazione e demolizione, ampliamento;
  • 1944: i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale causano danni e feriti;
  • 1958: Giuseppe Togni inaugura il “Cantiere di lavoro per operai disoccupati di Volterra”, da impegnare nella generale sistemazione dell’istituto;
  • 1984: viene avviato il trasferimento dell’ospedale civile dal centro della città nelle strutture del manicomio;
Stato attuale:

Il soggetto conservatore attuale è l’Azienda Sanitaria Locale n. 5 − Pisa
L’edificio è stato riadattato a funzione sanitaria, assistenziale, residenziale

Ubicazione e architettura:

Dal 1888, per iniziativa del cav. Aurelio Caioli, presidente della Congregazione di Carità di Volterra, di concerto con il Prefetto di Pisa Giuseppe Senales, i primi malati mentali della provincia di Pisa, fino a quel momento trasferiti al San Niccolò di Siena, trovano ospitalità nella sezione Dementi dell’Ospizio di Mendicità di San Girolamo, grazie ai sensibili minori costi delle rette. Nel 1891 trovano posto, al piano superiore della struttura, due sezioni agitati uomini e una sezione donne. Al piano inferiore: la lavanderia, la cucina, il refettorio, alcuni locali per industrie, il guardaroba e la farmacia. L’aumento di malati rende quindi necessarie diverse operazioni: il trasferimento dell’Ospizio di Mendicità in altra sede; la costruzione di nuovi padiglioni; la separazione degli spazi di gestione e amministrazione dell’Ospizio di Mendicità da quelli più propriamente manicomiali. In tale quadro, tra il 1891 e il 1897, la Congregazione di Carità promuove la costruzione di un “grande manicomio” secondo due progetti, che non trovano esecuzione, redatti il primo dall’ingegnere Francesco Zanaboni di Siena (1891-1894) e l’altro da Filippo Allegri (1894-1899). Il primo padiglione misto (Krafft-Ebing poi Scabia), è costruito a breve distanza dall’ex-convento di San Girolamo. Il Krafft-Ebing, inizialmente progettato a corte e in seguito realizzato con impianto planimetrico a “U” su due piani, è ultimato e inaugurato nel 1898 su progetto di Filippo Allegri. La direzione sanitaria è quindi affidata al padovano Luigi Scabia che, seguendo il criterio del manicomio a villaggio, autosufficiente e autonomo, fondato sulla terapia del lavoro nelle colonie agricole e nelle officine “terapeutiche”, promuove e coordina lo sviluppo dell’assetto edilizio, grazie anche ad una instancabile azione tesa ad estendere le convenzioni con le altre provincie della Toscana e non solo. Tra il 1910 e il 1916 lo sviluppo edilizio del manicomio procede con interventi di nuova costruzione, ampliamenti e ristrutturazioni affidati all’opera dei ricoverati, degli infermieri, degli operai dipendenti dall’istituto e, per i lavori più delicati, con incarico diretto a ditte locali o di fiducia, sovente senza la tempestiva approvazione tutoria, sia dal punto di vista tecnico che amministrativo. L’ampliamento della lavanderia-guardaroba (Morel), con l’aggiunta di due padiglioncini simmetrici a pianta quadrata è attuato tra il 1921 e il 1923, su progetto di Filippo Allegri che, l’anno seguente, segue i lavori per la costruzione del nuovo obitorio (Morgagni). In località Caggio, nel 1926, è avviata la costruzione del padiglione Morselli per i ricoverati addetti alla colonia agricola, completato da un complesso a corte di annessi agricoli e dalla casa per il medico (Tullio Scabia). L’avvento della guerra porta a un rallentamento sia delle nuove costruzioni sia dei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria. I bombardamenti del luglio 1944 causano dieci morti e quaranta feriti, oltre che consistenti danni alla quasi totalità dei padiglioni. Per iniziativa dell’onorevole Giuseppe Togni si inaugura, nel 1958, il “Cantiere di lavoro per operai disoccupati di Volterra”, da impegnare nella generale sistemazione delle facciate dei padiglioni e la completa asfaltatura delle strade interne dell’istituto. In seguito, quando il manicomio divenne il presidio ospedaliero dipendente dall’Unità Sanitaria Locale n°15 di Volterra, gli interventi edilizi si riducono sensibilmente. A partire dal 1984 viene avviato il trasferimento dell’ospedale civile dal centro della città nelle strutture del manicomio.

Archivio e contatti:

Sede di conservazione: Azienda Sanitaria Locale n. 5 – Pisa
Indirizzo depositi: Borgo “S. Lazzaro” n. 6 − 56048 Volterra

 

 

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