Manicomio dell’Osservanza di Imola

NOME ISTITUTO: Manicomio dell’Osservanza di Imola
REGIONE, CITTÀ: Emilia Romagna, Imola
INDIRIZZO: Via Venturini – 40026
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1880 circa: nascita della seconda struttura manicomiale imolese, sotto la direzione di Luigi Lolli (1862-96), come succursale del manicomio Centrale, destinata ad accogliere i malati provenienti dalla Romagna, sfruttando inizialmente i terreni di pertinenza del convento dei Frati Minori dell’Osservanza, posti in pianura e non lontani dalle rive del fiume Salerno.
  • 1892: la Congregazione di Carità della comunità imolese, da cui dipende il manicomio,   si affida ad un tecnico locale, l’ingegner Felice Orsini, che sarà la figura chiave dello sviluppo insediativo del nuovo complesso. Alla morte di Luigi Lolli, figura di grande alienista ma anche efficiente manager, il plesso Centrale è venduto alla Provincia di Bologna. Orsini rileva l’esistente e disegna l’interno nuovo impianto, candidandosi a divenire solido riferimento per la Congregazione di Carità.
  • 1898: L’esigenza di compensare la perdita degli spazi del Centrale comporta la costruzione una nuova struttura e determina la nascita del primo impegnativo dell’Osservanza, che ingloba le poche preesistenze in un ampio piano di sviluppo, redatto da Felice Orsini. “Certo è che le condizioni più opportune al migliore funzionamento di un manicomio per consensi unanimi si raggiungono col sistema a Padiglioni indipendenti, sistema non moderno, giacché riproduce nei minimi dettagli il Piano che l’Accademia delle Scienze di Parigi aveva presentato nel 1788 al Governo di Luigi XVI, ma che senza dubbio è ancora oggi il tipo più completo e perfetto di tali costruzioni ospedaliere.
  • 1899-1901: l’acquisto di tre orti consente di raggiungere una dimensione ampia di terreno che dà la possibilità di un’adeguata distanza tra i padiglioni.
  • 1899: iniziano i lavori di costruzione, ma le fonti tacciono sulle motivazioni di un iter piuttosto tormentato che coinvolge la realizzazione dell’intero comparto. Il complesso subirà diverse modifiche di lieve entità e, in anni recenti, vedrà la costruzione di due nuovi padiglioni
Stato attuale:

Dal 2001 in poi inizia un progetto di riqualificazione, prevedendo il riuso degli spazi per un polo di ricerca e dell’innovazione, oltre che la costruzione di edifici residenziali. Il progetto fu affidato a Gae Auenti nel 2002 e iniziarono nel 2012.

Ubicazione e architettura:

Il progetto per il nuovo manicomio prevede la costruzione, lungo un asse di simmetria che segue la direttrice sud-ovest/nord-est, considerata assai efficace per la corretta esposizione ai raggi solari e alla ventilazione, di una serie di fabbricati-ingresso, edificio dei servizi generali, “grande cortile d’onore”- culminanti nel fondale architettonico dell’edificio dell’infermeria – connesso a quello dei bagni con la torretta della caldaia. Ai lati, vari padiglioni sono disposti a un’adeguata distanza dal grande cortile, ospitando alla sua destra gli uomini e alla sua sinistra le donne. In questo assetto chiaramente ordinato, elementi di varietà sono l’antico convento, presenza storicizzata con la città, le preesistenze recenti, alcuni padiglioni costruiti a succursale del Centrale, e la colonia agricola, ad ovest, con gli edifici rurali. La destinazione d’uso degli edifici rispetta il consueto canone funzionale, applicato in diversi manicomi italiani: ingresso, direzione, servizi generali, cucine, lavanderie e officine. I padiglioni sono disposti secondo il grado di gravità della malattia, in un crescendo che vede gli agitati nel punto più remoto rispetto all’ingresso. I padiglioni sono semplici edifici a pianta rettangolare, con il caratteristico vano absidato lungo il lato lungo che ospita il corpo scala, sistema già adottato nel progetto di Antonio Cipolla nel manicomio Centrale. Le costruzioni non presentano caratteri architettonici di rilievo e prevedono una fondazione in calcestruzzo e setti murari in laterizio. Le finestre, quando il lavoro è attuabile, sono portate fino a terra con la possibilità di aperture differenziate o parziali, per agevolare il ricircolo d’aria. I pavimenti sono in mosaico alla veneziana e le pareti sono trattate a smalto lucido.

Archivio e contatti:

Sedi di Conservazione:

  • Azienda U.S.L di Imola
    Indirizzo depositi: viale Amendola, n. 2, Imola
  • Comune di Imola. Biblioteca
    Indirizzo depositi: via Emilia, n. 80, Imola

 

 

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