Manicomio provinciale Francesco Roncati di Bologna
NOME ISTITUTO: Manicomio provinciale Francesco Roncati di Bologna | ||
REGIONE, CITTÀ: Reggio Emilia, Bologna | ||
INDIRIZZO: Via Sant’Isaia, 90 – 40123 |
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Dati Storici:
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Stato attuale:
Dal 1983 al 2006 è stato ospitato l’Archivio storico provinciale mentre, al suo interno, ha ancora sede il Centro di studio e documentazione di storia della psichiatria e dell’emarginazione sociale “Gian Franco Minguzzi”. |
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Ubicazione e architettura:
Ex convento situato all’interno delle mura cittadine in via Sant’Isaia su un’area salubre e solo parzialmente urbanizzata. Già consolidato all’interno del tessuto urbano, il luogo scelto può notevolmente facilitare la nuova funzione manicomiale accorciando le distanze con gli altri servizi urbani utili allo stesso nosocomio. L’utilizzo di un immobile preesistente non poteva prescindere da un massiccio intervento di adeguamento alla nuova destinazione d’uso. I lavori di trasformazione e adattamento dureranno tre anni, dal 1868 al 1870, nonostante la contemporanea presenza dei degenti. L’ex complesso monastico si componeva di un articolato sistema edilizio bassomedievale, disposto su due piani, oltre la chiesa claustrale con un artistico campanile; organizzato intorno a quattro corti principali, contava più di cento locali. La puntuale descrizione degli ambienti è riportata nell’inventario, corredato di planimetria, redatto al momento del passaggio dell’immobile al demanio (1965), che ne ipotizzava l’uso a caserma. Al piano terra, sul lato est del chiostro, oltre l’ingresso sono la scala principale e il vestibolo centrale; a ovest del chiostro, sono il parlatorio, la clausura con gli ambienti del noviziato, l’educandato, la biblioteca, la sala capitolare, la dispensa e la cucina danno forma al lato sud-ovest del fabbricato. A sud insistono le stanze da lavoro delle monache, la lavanderia, i bagni, i magazzini e il forno. Al piano sopraelevato, sono il coro e il coretto, il dormitorio con le celle delle religiose, l’infermeria, i bagni, il guardaroba e altri ambienti. Nel lato nord è posta la grande chiesa. Un alto muro di cinta chiude l’intero sistema che comprende vasti spazi aperti destinati a giardino, prato e orti. I lavori di ristrutturazione sono seguiti direttamente da Roncati, cui è affiancato l’ingegnere capo dell’Ufficio tecnico provinciale. Importanti cambiamenti sono attuati con la sopraelevazione di un piano in alcuni settori, trasformati in ambienti di degenza. Numerose le micro-trasformazioni interne eseguite, perlopiù per adeguare i vecchi locali alle nuove funzioni, ma le più devastanti distruzioni avvengono nella zona dell’ex cucina e soprattutto nella chiesa di San Giovanni Battista, nella quale sono demolite le grandi arcate e le volte a mattoni, per ottenere tre piani di dormitori; a questo intervento sono legate altre notevoli modifiche, conseguenti alle necessità funzionali interne. Ampliamento invece lento e complesso. Fino agli anni Trenta del Novecento, nella ridefinizione della struttura funzionale le scelte di natura architettonica non ledono l’aspetto originario così come l’aggiunta di nuovi corpi non muta radicalmente né la forma architettonica né la cifra stilistica dell’antico complesso monastico. Sul piano costruttivo, il complesso manicomiale attraversa tre grandi fasi di intervento: dal 1868 al 1883 si procede alla ristrutturazione e all’adeguamento dell’ex convento, cui si annette un gruppo di case in via Sana. Dal 1884 al 1905 si eseguono lavori di ampliamento della struttura originaria con l’aggiunto di un’ala lungo il confine est e la risistemazione funzionale dell’area. Dal 1905 alla metà degli anni Quaranta, si procede ai lavori di completamento con l’aggiunta di nuovi corpi edilizi, insistenti su terreni espropriati e sul lotto delle abitazioni di via Sana. |
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Archivio e contatti:
Sede di conservazione: Istituzione “Gian Franco Minguzzi” |