Manicomio San Niccolò di Siena

 

NOME ISTITUTO: Manicomio San Niccolò
REGIONE, CITTÀ: Toscana, Siena
INDIRIZZO: Via Roma, 56 – 53100
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1818: inaugurazione, precedentemente era ospedale dei tignosi, delle gravide occulte e dei dementi realizzato dai Disciplinati della Venerabile Compagnia della Madonna sotto le volte dello Spedale di Santa Maria della Scala nel convento francescano di San Niccolò;
  • 1862: Carlo Livi propone, durante il Congresso degli Scienziati Italiani,  il progetto di ampliamento della struttura per oltre 400 malati e per gli adeguamenti secondo la terapia morale;
  • 1870: avviene una demolizione del vecchio edificio per uno nuovo, sotto la pressione di Carlo Livi, protagonista indiscusso nella nuova psichiatria italiana. L’architetto romano Francesco Azzurri incominciò i lavori;
  • 1873: Livi se ne andò a Reggio Emilia. Livi che aveva proposto la terapia morale su passeggiate, recite, musiche all’aria aperta ma l’architetto Azzurri aveva puntato tutto sul lavoro come cura.  Affiancò a quella agricola diverse colonie industriali;
  • 1909 -1932: succede ad Azzurri l’architetto Vittorio Mariani e il nuovo direttore Antonio d’Ormea;
  • 1914: viene creato reparto Kraepelin, per gli epilettici;
  • 1949: si trasformò in Ospedale Psichiatrico;
  • 1999: viene chiuso iniziando la trasformazione in sede universitaria.
Stato attuale:

Il soggetto conservatore attuale è l’Azienda Sanitaria Locale.
L’edificio è stato riadattato dal 1999 ad aule e a laboratori utilizzati dall’ateneo dell’Università degli Studi di Siena per le facoltà di Ingegneria, Matematica, Lingue, Lettere e Filosofia.
L’ex lavanderia dell’ospedale psichiatrico dal 2004 è stato riadattato a sede del Dipartimento di Fisica.

Ubicazione e architettura:

Nel 1870 viene creato un nuovo edificio che garantisse il passaggio al trattamento morale, Livi operò una divisione dei degenti per sesso , classe sociale e in base al comportamento e alle necessità assistenziali. L’architetto romano Francesco Azzurri incominciò i lavori che comprendevano un grosso edificio centrale riunendo tutti i malati, tranne quelli a pagamento e gli agitati. La scelta di rilievo fu quella di sostituire l’architettura conventuale con quella di un grandioso palazzo da villa signorile con paramento a bugnato fornendo un tono rinascimentale. La posizione era ottimale in quanto isolato e tranquillo, circondato da vasti terreni che lo isolavano da qualsiasi abitazione pur restando dentro la città e in aperta campagna. Azzurri crea un’apertura monumentale verso la città da cui attraverso un giardino e un’ampia scalinata si giungeva ai tre ingressi che conducevano all’atrio del manicomio la cui rigida struttura simmetrica era organizzata intorno a due cortili rettangolari divisi dallo stretto corpo della cappella, più simile all’interno a un ospedale che ad una villa signorile.

Nel 1873 Azzurri disattende le indicazioni di Livi (trasferito a Reggio Emilia) e costruì una grande colonia agricola e successivamente vi affiancò diverse colonie industriali. Solo due erano gli edifici che sfuggivano alla centralità dell’impianto: la villa per i malati a pagamento, realizzata nella vasta tenuta agricola e annessa al manicomio nel 1877 e il quartiere Conolly per gli agitati di ambo i sessi. Se la disposizione a raggiera delle celle può ricordare il Panopticon di Bentham e far immaginare un rigido sistema di controllo, la distribuzione degli ambienti confina i sorveglianti all’ingresso creando refettori e corridoi scoperti e tra le celle e i giardini non c’era nessuna chiusura, secondo la terapia Open Door. Così concepito, la struttura non aveva niente di meglio da offrire rispetto al vecchio edificio, solo poco dopo venne creato un vero villaggio del lavoro, dove c’erano officine e laboratori. Il sistema a colonie era affiancato da quartieri come il Ferrus, destinato agli idioti, le officine unite a padiglioni per il ricovero degli alienati e l’edificio centrale riuniva malati di sesso diverso.

Dal 1909 al 1932 l’architetto Mariani crea nuove colonie industriali come la tessenda, introduce riscaldamento e illuminazione elettrica dentro gli edifici, nuove ville per malati a pagamento. Padiglioni e quartieri diventavano reparti, con la progressiva riduzione degli ambienti destinati al lavoro, e l’aggiunta dell’Università Senese con il suo reparto di clinica psichiatrica ospitata nell’edificio centrale.

Archivio e contatti:

Sede di conservazione: azienda Sanitaria Locale n. 7
Indirizzo depositi: via Roma n. 56 − 53100 Siena

 

Ti potrebbe interessare anche...