Ospedale psichiatrico “Carlo Besta” di Sondrio

NOME ISTITUTO: Ospedale psichiatrico “Carlo Besta” di Sondrio (altre denominazioni: Manicomio Provinciale di Sondrio)
REGIONE, CITTÀLombardia, Sondrio
INDIRIZZOVia Besta Carlo – 23100
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1903: la Deputazione provinciale nomina una prima commissione tecnica per la località composta dai dottori Angelo De Vincenti e Giuseppe Morelli e dall’ingegner Francesco Polatti.
  • Gennaio 1904: la commissione stila un documento programmatico di indirizzo, secondo il quale il manicomio doveva avere una capacità direttiva di 150 pazienti, sorgere su un appezzamento di forma “abbastanza simmetrica” e di circa 70.000 mq, consentire la realizzazione di una significativa colonia agricola.
  • In questa fase la commissione si limitò a riprendere i principi ampiamente condivisi dall’architettura sanitaria del XIX secolo; il luogo in cui si trovava l’architettura doveva: essere tranquillo, appartato ma non eccessivamente isolato e lontano dalla stazione ferroviaria e i centri abitati (perché questi potessero provvedere con facilità e sicurezza alle sue necessità; avere un terreno sano, asciutto e ben esposto al sole in dolce declivio (per il deflusso delle acque sporche e dei prodotti di rifiuto).
  • 1906: la successiva commissione porta minime modifiche al progetto esecutivo (composta da 5 medici provinciali: Giacomo Brisa, Enrico Camanni, Gerolamo Molrelli, Rinaldo Viganò e Ausonio Zubiani, con la consulenza dell’ingegner Pinchetti).
  • 1909: anno di apertura. L’organico medico era costituito dal direttore, dal medico primario e da un assistente, gli infermieri erano in numero di 28. Il primo concorso per direttore fu vinto da Carlo Besta (in quegli anni assistente al manicomio “S. Lazzaro” di Reggio Emilia) che per gli impegni universitari dovette rinunciare; in seguito alla guida dell’istituzione si susseguirono nomi importanti della psichiatria: L. Lugiato, G. Muggia, A. M. Piamberti.
Stato attuale:

Alla fine degli anni Trenta i ricoveri raggiunsero la cifra di 355 e, grazie a notevoli migliorie, l’istituto si era trasformato in un moderno ospedale psichiatrico; purtroppo il secondo conflitto mondiale segnò un terribile periodo di terribili difficoltà per la carenza di cibo, vestiario, riscaldamento e più in generale di assistenza medica: basti dire che nel solo 1944 vi furono 70 decessi, quasi tutte per forme tubercolari.

La rinascita fu faticosa e guidata, a partire dagli anni Cinquanta, dal direttore D. Cargnello che avviò rinnovamenti e ampliamenti che consentirono alla fine degli anni Sessanta di accogliere 500 degenti.

La chiusura dei manicomi a seguito della legge n. 180 del 13 maggio 1978 fece confluire l’istituto nella USL n.2.

Ubicazione e architettura:

Prototipo di riferimento fu il manicomio di Udine, del quale nell’archivio provinciale si trova documentazione. Il dottor Polatti riprese sia le indicazioni fornite dal dottor Giuseppe Antonini (direttore dei manicomi di Voghera e di Udine e futuro direttore del manicomio di Mombello) sia le caratteristiche del progetto dell’ingegner Giovan Battista Cantarutti per Udine (con adattamenti dimensionali).

L’impianto planimetrico è basato su un’ampia spina centrale sull’asse di simmetria era pensata per accogliere i fabbricati dei servizi: edificio della direzione e dell’amministrazione, padiglione dei servizi generali, padiglione per le cure idroterapiche, lavanderia. Sul fianco sinistro erano collocati i due padiglioni per le donne e sul lato opposto due speculari maschili.

Il primo edificio (che aveva le stesse forme dell’infermeria udinese) venne destinato al ricovero dei pazienti tranquilli e all’infermeria.

Il secondo con pianta a “I” fu destinato ai pazienti semi-agitati e agitati (divisione in pericolosità comportamenti).

I due padiglioni erano inseriti in rettangolari giardini perimentati con recinzioni metalliche e distanziati da un viale perpendicolare alla spina centrale.

Dall’assetto udinese vennero ripresi anche dei criteri open door: anziché l’alto muro di isolamento, fu predisposta sull’intero perimetro una recinzione metallica ad eccezione della sezione isolata degli agitati.

Archivio e contatti:

Sede di conservazione: Azienda Sanitaria Locale n. 2
Indirizzo deposito: ex ospedale psichiatrico, via Carlo Besta, n. 1 – 23100 Sondrio
Tel.: 0669760826

 

 

Ti potrebbe interessare anche...