Ospedale psichiatrico San Martino a Como

NOME ISTITUTO: Ospedale psichiatrico San Martino a Como (altre denominazioni: Ospedale psichiatrico provinciale di Como).
REGIONE, CITTÀ: Lombardia, Como
INDIRIZZO: Via Castelnuovo, 11, 22100
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1873-1871: primo “Programma per l’erezione di un manicomio nella provincia di Como” e primo bando.
  • 1878-1879: progetto di Luzzati-Casartelli.
  • 1882: inaugurazione del manicomio.
  • entro 1905: ampliamenti.
  • 1906-1913: modifiche per trasformazione del plesso in un manicomio-villaggio.
  • 1950-1951: realizzazione della nuova chiesa su progetto di Enrico Gavonelli.
  • 1998: dismissione del manicomio con l’uscita degli ultimi pazienti, tutti anziani.
Stato attuale:

Attualmente l’ex ospedale psichiatrico è gravemente sotto-utilizzato; sia il parco che gli edifici più isolati presentano problemi di abbandono e degrado mentre si susseguono proposte per recuperare il plesso come cittadella culturale e campus di servizi, almeno per restituire ai cittadini le aree verdi. Solo in parte è stato recuperato e oggi ospita la casa di cura per lungodegenti Hospice San Martino. La chiesa invece è ancora in uso, affidata alla comunità ortodossa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Como.

Ubicazione e architettura:

La disposizione varia degli edifici denuncia il sovrapporsi di due schemi manicomiali diversi, che corrispondono al tentativo di riformare radicalmente la tipologia asilare, passando dal tipo accentrato al tipo diffuso. Il tutto recintato da un muro e da una strada di circonvallazione, oltre alla presenza del torrente Cosia a rimarcare la separazione dall’abitato.

A causa del sovraffollamento del Manicomio La Senavra di Milano, dove la Provincia di Como ricoverava i propri malati, si rende necessaria la costruzione di un nuovo edificio. Viene quindi bandito il “Programma per l’erezione di un manicomio nella provincia di Como” nel 1863 e seguito nel 1871 dal bando di concorso. Nessuna proposta fu ritenuta soddisfacente e il Consiglio provinciale invitò la Deputazione ad avanzare nuove proposte, prendendo ad esempio il nuovo Manicomio di Imola.
Il progetto di Luzzani e Casartelli viene realizzato tra il 1878-1879 prevedeva quattro corpi simmetrici, che racchiudono due ampi cortili rettangolari tra loro separati da un asse centrale, su cui sorgono amministrazione, cucine, bagni, lavanderie. Nei cortili vi sono due padiglioni più piccoli a T, collegati tramite percorsi coperti con il resto del complesso. Gli edifici sono disposti in maniera simmetrica, tre per la sezione maschile e tre per la sezione femminile. Di ognuno, il primo padiglione era destinato agli agitati, quello centrale di minor ampiezza ad infermeria e l’ultimo per i tranquilli. I quattro edifici maggiori costituiscono i reparti con le sale comuni al piano terra e i letti al secondo.
A pochi anni dall’inaugurazione, nel 1905 vengono realizzate due ali laterali in cui sono ricavati i bagni, che chiudono il lato libero dei grandi cortili conferendo l’aspetto odierno.

La disposizione planimetrica dell’istituto, venne successivamente ritenta antiquata e perciò sottoposta a modifiche tra il 1906 e il 1913: il progetto mirava a trasformare il complesso in un manicomio-villaggio, con padiglioni disseminati nel verde in modo irregolare. Si decide di conservare i vecchi edifici per i malati cronici, i criminali e i lavoranti nella colonia agricola, con l’intenzione di separare i curabili dagli incurabili, ma per il grande costo dei lavori si decise di annettere i terreni adiacenti al manicomio in modo da costruire nuovi padiglioni in posizione ravvicinata al vecchio nucleo ospedaliero, mettendo in comune anche alcuni servizi.
Nel 1910 vengono realizzati tre padiglioni per i cronici a doppia T (simili ai padiglioni di Gorizia, Trieste, Udine, considerati i più moderni ospedali); nel 1912 il nuovo villino per il direttore; nel 1914 il padiglione di isolamento per le malattie contagiose.

Nella seconda metà del 900 viene edificata la nuova chiesa in sostituzione della cappella localizzata presso l’alloggio suore nell’edificio centrale: l’ingegner Enrico Gavonelli realizza una chiesa con impianto a croce greca in quanto l’aula rettangolare è attorniata dall’abside maggiore; l’aula è coperta da una cupola centrale che esternamente si presenta quadrata, a gradoni.

Archivio e contatti:

Sede di conservazione:

  • Azienda Ospedaliera “S. Anna” di Como
    ex sede ospedale psichiatrico provinciale
    Indirizzo depositi: via Castelnuovo, n. 11 − 22100
  • Archivio della Provincia di Como

 

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