Ospedale psichiatrico di Ferrara

NOME ISTITUTO: Manicomio provinciale di Ferrara
REGIONE, CITTÀ: Emilia Romagna, Ferrara
INDIRIZZO: Via Ghiara, 36 – 44121
Edificio già esistente Edificio ex novo
Dati Storici:

  • 1445: attivazione dell’ospedale “S. Anna” a Ferrara. Veniva praticata l’assistenza nei confronti dei malati di mente, attività che sembra confermata in epoca più tarda dagli Ordini e Provisioni concernenti il buon governo del Magno e Venerabile Spedale di S. Anna della città di Ferrara del 1675, in cui si prevede al capitolo sesto che presso l’ospedale debbano essere accettati “febbricitanti, feriti e pazzi”.
  • 1857-1873: Girolamo Gambari (1857-1873), direttore dell’antico ospedale generalista di Sant’Anna, dopo aver ipotizzato la costruzione di un complesso edilizio ex novo a causa del notevole incremento dei pazienti, individua un edificio che ritiene adatto allo scopo nel pieno centro della città: Palazzo Tassoni, residenza urbana di origini quattrocentesche.
  • 1873-1891: Clodomiro Bonfigli direttore, Insieme a Gambari, a dispetto della limitata estensione dell’area, si adopera per dotare il sito dei requisiti essenziali per un efficace funzionamento. Bonfigli si segnala nella querelle che lo oppone al più celebre Cesare Lombroso, in merito all’eziologia della pellagra, problema assai diffuso nel ferrarese, connesso con le grame condizioni della vita rurale. Bonfigli ebbe un ruolo importante anche sul piano culturale: eredita e implementa la già ricca biblioteca di Gambari e fonda, contemporaneamente alla sua presa di servizio a Ferrara, il “Bollettino” del manicomio, destinato a diventare non solo uno spazio di riflessione e confronto per l’intera comunità scientifica, ma anche uno strumento di collegamento fra l’istituto, da un lato, il territorio e la società ferrarese, dall’altro. Con Bonfigli e i suoi allievi, il manicomio di Ferrara avrà una stagione di studi assai feconda.
  • 18 aprile 1904: L’intera area di San Bartolo, località alle porte della città, da cui dista tre chilometri, viene trasformata in una colonia agricola del manicomio, quale ottima risorsa economica destinata anche all’autoproduzione di derrate alimentari. La necessità di accompagnare le cure tradizionali all’ergoterapia, in considerazione anche della provenienza rurale dei tanti pazienti ospitati a Ferrara, induce il direttore a trovare uno sbocco in aperta campagna. Attorno a San Bartolo vi era una pregevole chiesa romanica e dei resti di un convento.  
  • 1909: Regio Decreto d’attuazione della Legge del 1904, con le sue prescrizioni in materia di dotazioni necessarie a un corretto funzionamento degli istituti, evidenzia gli aspetti di criticità del manicomio ferrarese, rivelandone l’inefficienza dei requisiti minimi. Tentativo di costruzione di una struttura “ispirata ai moderni concetti dell’igiene sociale”, vengono solo prese minime decisioni di ordinaria amministrazione.
  • 1891-1930: Ruggero Tambroni, allievo di Bonfigli e direttore dell’istituto. Monografia edita nel 1929, vanta un ricco patrimonio d’immagini che rende perspicua l’impossibilità di impiegare un’antica residenza signorile come struttura d’accoglienza e cura dei malati mentali. Alloggiati fra stucchi dorati e camini barocchi, i degenti sono privi delle più elementari strutture di servizio, indispensabili sia per l’igiene personale di base sia per l’idroterapia.
  • Soppresso nel 1980 a seguito della legge 13 maggio 1978 n. 180, restò tuttavia operante sino al 1996.
Stato attuale:

Ricco fondo documentario non sondato a causa dei danni che il terremoto del maggio 2012 ha inflitto all’edificio in cui era conservato.

Stato di conservazione attuale dell’edificio è frutto di una cospicua campagna di lavori, terminati nel 2008, che ha restituito alla città un complesso che ospita ora la sede della Facoltà di Architettura, inaugurata il 18 ottobre 1991.  A causa dei lavori, si è persa la memoria legata alle vicende della sua trasformazione in struttura manicomiale, memoria conservata solo in un ambiente di rappresentanza, lo studio del direttore, attualmente studio del preside della facoltà.

Ubicazione e architettura:

L’edificio si trova in via Ghiara, in pieno centro della città, non lontano dal bastione San Pietro, nel comparto sud-est del denso abitato ferrarese.

Il corpo centrale del fabbricato storico attraversa l’intera area, riconducibile nella sua forma a un triangolo scaleno, da via Ghiara alla via che, più a sud, corre lungo le mura. 1858-1861 s’iniziano ad aggiungere altri corpi di fabbrica: a ponente, nella punta fra le vie Ghiara e Piangipane e, a est, lungo la via Quartieri.

Lo spazio a disposizione non consente grandi ampliamenti ed è quindi comprensibile che si proceda nel segno della discontinuità, con riforme parziali e opere di miglioria delle strutture. Si decide, ad esempio, di innalzare il livello di comfort dei malati realizzando, all’incrocio dei passaggi porticati fra i cortili a est del nucleo principale, un piccolo fabbricato destinato ad accogliere i gabinetti e un serbatoio per l’acqua. Organizzazione degli spazi è improntata a criteri di razionalità ed efficienza delle relative funzioni.

Il corpo centrale ospita la direzione e i servizi generali, compresi i bagni per le cure idroterapiche, mentre nella propaggine su via Chiovare, trovano posto l’appartamento del direttore e gli edifici per rendere autosufficiente lo stabile come il panificio, il pastificio, le officine e i laboratori, tra cui una grande area scoperta destinata all’asciugatura dei panni. affacciati su un ampio cortile. Il resto del comparto riunisce gli alloggi e gli ambienti comuni per i malati, suddivisi in tranquilli e agitati, distinti per pericolosità dei comportamenti.  Lo spazio interno tra il nucleo  principale e il lungo fabbricato in via Quartieri, è suddiviso in cinque cortili porticati.

I lavori si spostano, dal 1903, sulla colonia agricola. La chiesa e il convento possono essere utilizzate per l’alloggio dei malati più tranquilli, tra i quali anche bambini, e di chi li accudisce, compreso, dal 1906, un medico per le esigenze di circa settanta pazienti.  Nel 1907 nasce un progetto per la costruzione di nuovi edifici nell’area attorno al convento per alleggerire le condizioni di sovraffollamento della sede centrale. Si tratta di due fabbricati dalla planimetria a H, con le due ali parallele che si sviluppano su un solo piano e il corpo centrale di collegamento su due. Destinati l’uno ai semi-agitati, l’altro ai “malati pericolosi a sorveglianza speciale”, sono del tutto privi di decorazioni.

Archivio e contatti:

Sede di conservazione: Archivio di Stato di Ferrara
Indirizzo depositi: Corso Giovecca, n. 146, Ferrara

 

Ti potrebbe interessare anche...