Manicomio Sant’Antonio Abate a Teramo

• 1881: apertura del manicomio annesso al già presente Ospedale Civile
• 1881-1899: incremento del patrimonio architettonico dell’ospedale con acquisizione da parte della Congregazione della Carità di undici immobili che servirono ad ampliare il complesso manicomiale visto l’aumento dei pazienti.
• 1902-1931: ampliamento sul fronte nord-ovest per mezzo della creazione di nuovi padiglioni da aggregare all’impianto già presente.
• 1932-1998: ulteriore ampliamento in edifici limitrofi causa trasferimento dell’Ospedale Civile.
• 1998-2013 fase di abbandono con successive ipotesi di rifunzionalizzazione

Il soggetto conservatore attuale è l’Azienda Sanitaria Locale n.4 di Teramo (Dipartimento di Salute Mentale). Attualmente è in stato di abbandono.

Il complesso nasce in edifici già esistenti all’interno del tessuto cittadino. La sua ideazione è stata presupposto per significative modifiche anche a livello urbano.

Il manicomio si presenta come un’articolata aggregazione di stabili  appartenenti ad epoche differenti (presenza di una forte stratificazione). Al piano terra si sviluppano due ambienti paralleli coperti da volta a botte e con muri molto spessi. A questo complesso principale vengono poi annessi ambienti secondari durante i primi anni del 1900, nella fase di ampliamento

Le modifiche più significative a livello architettonico avvengono dopo il 1900 quando viene studiato un vero e proprio progetto ex novo per il manicomio.  Viste le caratteristiche architettoniche poco uniformi tra loro anche a causa di una notevole stratificazione di parti di antichi edifici si può considerare il complesso come edificio basato su un sistema ramificato a blocchi interconnessi.

Sede di conservazione: Azienda Sanitaria Locale n. 106, Teramo.
Dipartimento di Salute Mentale
Indirizzo depositi: Via Nicola Palma, n. 24, Teramo.